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"Gli anni vissuti nel in Provenza pennellano la sua architettura con i toni dolci ed assolati della “bastide” provenzale con il rosso delle rocce dell’Esterel, il violaceo della lavanda, il blu del mare profondo, il giallo dei fiori che nascono spontanei sui sentieri assolati."

"la casa deve essere un nido dove ogni uomo seppur sperso nel mondo sa di poter tornare e di poter ritrovare quel calore, quella  gioia, quell’assoluta  consapevo--lezza che tutto quello che vuoi, che desideri o che sogni è lì, per te e per le persone che ami."

PERCORSO

Architetto Ermanno Boggio nato a Torino il 21/11/1958 dopo studi artistici si è laureato al politecnico di Torino nel 1981 abilitato alla professione di architetto nel 1982. Ha frequentato la Facoltà di Lettere  con indirizzo storico medievale presso l’università di Torino.
Praticantato presso Arch. Mario Deorsola di Torino dal 1976 al 1981 seguendo attivamente la stesura di Piani regolatori di vari comuni della provincia di Torino – collaborazione nel progetto di trasformazione in parco delle sponde fluviali del Po di Torino ( Parco delle Vallere ) – ha collaborato alla progettazione e direzione lavori di numerosi condomini di edilizia economica popolare – ha collaborato alla progettazione del carcere per i detenuti in semilibertà  - ha collaborato alla progettazione della casa dormitorio per senza tetto in Via Ormea ( Torino ).
Praticantato presso Prof. Arch. Franco Carpanelli di Parma dal 1981 al 1985 già allievo della scuola di Chicago di Mies Van der Rohe - collaborazione in numerosi progetti di edilizia residenziale e commerciale in Parma e Provincia. 
Nel 1985 è entrato a far parte dello Studio dell’Arch. Enzo Venturelli di Torino iscritto dopo la sua morte nel 1996 all’Albo d’onore degli Architetti di Torino

FILOSOFIA

Lo stile architettonico di Ermanno Boggio è una perfetta fusione degli stili dei suoi maestri, Enzo Venturelli che percorreva un’originalissima concezione del fare architettura con una particolare ricerca di sapore astratto, Franco Carpanelli che riprende lo stile architettonico del suo maestro Mies Van Der Rohe, che si basava su due pilastri fondamentali: ordine e razionalità. La misura esatta, l’esatta proporzione, il giusto uso del materiale. Per lui la semplificazione non è fine a sè stessa, non è uno stile né un linguaggio, ma la riduzione della complessità dei fenomeni della realtà alla loro qualità essenziale. Questa mixité d'influenze porta l’Architetto Boggio a realizzare architetture classiche ed al contempo moderne. Senza tempo.
Nella sua architettura ritroviamo peraltro potente e determinante il colore, tributo ai suoi luoghi più amati: Liguria e Provenza.
Gli anni vissuti nel sud della Francia pennellano la sua architettura con i toni dolci ed assolati della “bastide” provenzale con il rosso delle rocce dell’Esterel, il violaceo della lavanda, il blu del mare profondo, il giallo dei fiori che nascono spontanei sui sentieri assolati. La Liguria con le sue case policrome strette in un abbraccio per fronteggiare gli umori del mare, Santa Margherita Ligure, Camogli, splendidi borghi accumunati dai colori morbidi d’estate, vividi d’inverno.
Questa la sua architettura, questa la sua filosofia : la casa deve essere un nido dove ogni uomo seppur sperso nel mondo sa di poter tornare e di poter ritrovare quel calore, quella gioia, quell’assoluta consapevolezza che tutto quello che vuoi, che desideri o che sogni è lì, per te e per le persone che ami.

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